Le profezie
della Bibbia
Se enigmi scientifici sono l’origine e i contenuti della fede ebraica,
inspiegabili ne risultano pure gli sviluppi.
Infatti, nonostante i piani divini avessero assegnato agli Ebrei un ruolo
eternamente speciale, la Bibbia avverte che verrà un giorno in cui il popolo
ebraico perderà il privilegio del ruolo di “guida esclusiva
spirituale-religiosa” del Dio d’Israele. Questo popolo eletto, pur rimanendo
testimone e custode della fede cui ha dato origine, colpito da una sorta di
cecità, esaurirà il suo impulso creativo e profetico. Ne conseguirà che il
nuovo popolo di Dio non sarà più formato soltanto da Israeliti, e la loro fede
si estenderà a tutti i popoli della terra.
In secondo luogo, l’Antico Testamento, attraverso i profeti, annuncia
la venuta sulla terra di un re-Messia per attestare l’evoluzione del rapporto
tra Dio e l’uomo: un approfondimento di fede che, pur senza rinnegare le
origini, doveva condurre ad un nuovo patto di alleanza, che rinnovasse e superasse in profondità
quella stretta inizialmente da Jahvè con il popolo d’Israele.
È innegabile che la dinamica prevista con qualche millennio d’anticipo si sia realizzata puntualmente: Israele ha davvero passato lo scettro del predominio religioso ad un popolo che da lui è sorto, guidato da un nuovo pastore, quel Gesù annunciato nell’Antico Testamento, da una lunga serie di uomini, ma che la maggior parte degli Ebrei non avrebbe accettato.