L’ambiente storico, geografico e politico

    La regione ove Gesù visse è quel tratto della costa mediterranea, oggi chiamata Palestina, che unisce la Siria meridionale con l’Egitto. L’intera regione è divisa da un profondo avvallamento dove scorre il fiume Giordano che, dopo aver formato il lago Tiberiade, si espande nel Mar Morto. Geograficamente questo territorio era distinto al Nord dalla Galilea, al centro dalla Samaria e a Sud dalla Giudea. A quei tempi la Giudea, con la capitale Gerusalemme, rappresentava il fulcro del giudaismo, ma si trovava in aperto contrasto religioso con la Samaria, la cui religione di origine asiatica era tendenzialmente idolatra. 
    Il periodo romano della storia della Palestina fu dominato dalla dinastia degli Erodi. Erode il Grande, pur non essendo né re, né giudeo per sangue, dal nulla innalzò il suo trono a Gerusalemme nel 40 a.C., grazie anche al sostegno morale e materiale ricevuto da Roma. Abile politico, si appoggiò al partito dei Farisei. Fece costruire per gli Ebrei un nuovo grande Tempio a Gerusalemme, ma non seppe conquistarsi le simpatie del popolo ebraico che nutriva nei suoi confronti un odio implacabile. Uomo d’inaudita crudeltà, era ossessionato dall’idea di congiure e minacce contro il suo trono. Fece uccidere molti suoi parenti: zio, cognato, moglie, suocera, figli ed altri. Odiava tutti, ma sapeva bene d’essere altrettanto ricambiato, e che la sua morte avrebbe portato vivissimo giubilo fra i sudditi. Morì nel 4 a.C., all’età di circa settant’anni, a causa di una malattia che gli procurò atroci sofferenze.
    Alla sua morte i suoi tre figli si spartirono il regno: Erode Antipa ereditò la Galilea, Archelao aveva ricevuto la Giudea, la Samaria e l’Idumea, Filippo i territori al nord della Perea. Archelao resse poco. Costui, a causa del suo governo crudele e tirannico, venne destituito e l’intera regione della Giudea passò sotto l’amministrazione diretta di Roma che inviò dei procuratori. Erode Antipa mantenne la reggenza più a lungo. Salì al potere nel 4 a.C., quando aveva diciassette anni, e lo resse fino al 40 d.C. Al pari del padre, usò verso l’imperatore di Roma la massima adulazione per riceverne favori personali. Amante dei fasti di corte, subì il fascino di una donna ambiziosa, la famosa Erodiade, moglie di un suo fratello, Erode Filippo che abitava a Roma. Erodiade si trasferì presso Antipa, trascinando con sé la figlia Salomè, avuta dal suo primo marito.
    Il potere politico era sotto il controllo di funzionari romani, prefetti o procuratori, fra cui Ponzio Pilato, il quale esercitò brutalmente le sue funzioni tra il 27 e il 37 d.C. Uomo crudele e vizioso, disprezzava i Giudei per averlo costretto a togliere i vessilli con l’effigie dell’imperatore dall’interno del Tempio di Gerusalemme. Il grado d’esasperazione, raggiunto dalle masse ebraiche sottomesse al tirannico potere dei procuratori romani, alimentò sempre più le speranze dell’avvento di un Messia, già preannunciato dai profeti, che avrebbe liberato Israele dal giogo romano.