Conclusione

    I Vangeli, più che biografie o documenti storici, vanno considerati, dunque, come testimonianze di fede, frutto delle esperienze religiose delle varie comunità cristiane primitive; e gli evangelisti, più che narratori, vanno ritenuti come interpreti della tradizione apostolica del tempo su Gesù. Per comprendere il mistero della rivelazione, che sta alla base della lettura dei Vangeli, è necessario rinunciare ad una metodologia basata sulla razionalità: né scienza, né filosofia sono strumenti validi per raggiungere il mistero di Cristo. Ciò non umilia la ragione ma, mettendola in uno stato di ascolto, consentirà a ciascuno di aprirsi alla fede e alla sua accoglienza. Da qui nasce quel continuo processo di rilettura dei testi evangelici, uno sforzo incessante ed inesauribile per coglierne il mistero profondo del senso originario, nella speranza che possa diventare orientamento per la propria esistenza.
    I Vangeli nascono nel momento in cui i testimoni della prima ora stavano per scomparire, sotto la spinta determinata dall’urgenza di mettere per iscritto la buona notizia, di lanciare il grido dell’araldo, il kerygma cristiano. Geografia, topografia, paesaggi, situazione politica e sociale venivano considerati secondari da quegli araldi della fede, banditori di salvezza; interessavano solo come elementi di cornice necessari ad inquadrare l’azione e l’insegnamento del Cristo risorto. La loro unica preoccupazione era rivolta a dare un significato spirituale alle parole e agli atti di Gesù, e ad offrire risposte di fede destinate a nutrire la coscienza religiosa e morale dell’uomo. È come se gli evangelisti avessero considerato secondario l’avvenimento storiografico dei fatti, rispetto alla centralità della loro testimonianza di fede, cioè come l’involucro che contiene l’evento: due momenti fra loro complementari, ma nello stesso tempo inscindibili, da cui scaturisce l’impossibilità di separare il “Gesù storico”, ricostruito con i soli strumenti della ragione storica, dal “Gesù della fede”, ricostruito alla luce del Mistero della Risurrezione.
    Così i Quattro Vangeli formano quattro letture diverse, ma nello stesso tempo sintoniche in relazione al messaggio spirituale che veicolano. Quattro letture che non si contraddicono, ma che straordinariamente si arricchiscono, integrandosi e completandosi l’un l’altra.