Matteo
Chiamato anche Levi, faceva parte del collegio dei Dodici. Gesù lo chiamò al suo seguito distogliendolo dalla professione di esattore delle tasse. Discepolo di Gesù, autore esperto della dottrina dei Maestri e della Legge mosaica, era un letterato ebreo convertito al cristianesimo. Ebbe, quindi, rispetto agli altri Apostoli, un “vantaggio tecnico” nel mettere per iscritto la catechesi orale. Infatti per primo avrebbe iniziato a scrivere ricordi su Gesù, soprattutto le sue parole.
I l Vangelo di Matteo nel passato era considerato come il primo dei Vangeli scritti, ma oggi gli studiosi sono arrivati alla determinazione che sia stato preceduto da quello di Marco. L’opera originaria, infatti, è andata perduta. Probabilmente fu composta intorno al 60 d.C. in lingua ebraica (aramaica), la lingua comune in Palestina ai tempi di Gesù, inaccessibile ai Cristiani di stirpe non giudaica. La Chiesa, riconosciuta l’autorità della catechesi di Matteo, avrebbe autorizzato la traduzione in lingua greca intorno all’80 d.C., periodo in cui erano già apparsi i Vangeli di Marco e Luca. Il traduttore, nell’intento di imprimere un’uniformità letteraria a tre documenti che fondamentalmente rispecchiavano un unico messaggio, eseguì una rielaborazione del testo di Matteo utilizzando probabilmente diversi stilemi che già caratterizzavano i due precedenti Vangeli. Il testo pervenutoci è solo quello in lingua greca.
Matteo col suo Vangelo si rivolge ai primi Cristiani d’origine ebraica convertiti dal giudaismo.